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Via Flaminia

2010

La richiesta della committente per questo appartamento nel quartiere flaminio è stata un invito all’essenziale, a evitare decorativismo e superfluo, a dare valore al vuoto. Il progetto ha rispettato il concept iniziale, attraverso un lavoro di di riduzione messo in atto sul nuovo impianto della casa e con la ricerca dei componenti di arredo. Il minimalismo, in questo caso non inteso come una rinuncia, si ottiene con l’uso di materiali altamente espressivi, forma, tattilità, differente trasparenza e lucentezza mirano alla costruzione di una scenografia sospesa. L’ingresso con lampada di Toyo Ito, è schermato da due porte in vetro traslucido, la sala è costellata da fari circolari in gesso incassati che simulano uno spessore del cartongesso, messo in discussione dall’effetto galleggiante dei controsoffitti. Questi sono allontanati dalle pareti da una sottile asola che si allarga per accogliere le tende in lino bianco, i tagli di luce.  Le soluzioni d’angolo sono un tema ricorrente di studio e elaborazione, sia nel caso del rapporto tra le due porte scorrevoli di camera e cucina con i pannelli dell’ingresso, sia per le due porte a bilico fuori misura della zona notte. Nell'appartamento si sono sperimentate le proprietà espressive del marmo, statuario e arabescato a vena aperta, materiale di elezione per l’atmosfera rarefatta del progetto.

progetto: Loy architetti

collaboratori: Arch. Isabella Porreca

fotografo: Mattia Panunzio

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